AIDS = HIV Or AIDS = Business farmaceutico della malattia?
 
CategoriesCentinaia di scienziati, ricercatori e giornalisti ad hoc definiti "dissidenti" (qui trovate altre citazioni), tra i quali premi nobel e pulizer, che sostengono "la grande grande truffa dell'AIDS". Ne avete mai sentito parlare qualcuno in televisione? in un dibattito aperto alla radio o su di una rivista? Forse hanno da dire qualcosa che provocherebbe un terremoto nel mondo medico-scientifico e mediatico? E' molto strano come le ricerche che non vengono finanziate delle solite multinazionali possano portare a risultati cosi' contrastanti da quelli ufficiali...
Di seguito un interessantissimo articolo, ma non perdete qst link: VIRUSMYTH . sez. FIND
Troverete tutte le informazioni sull'argomento "truffa AIDS": dall'AZT, ai test, interviste, i principali autori e le loro ricerche, IMPERDIBILE)
AIDS: menzogne, razzismo e imperialismo
Cosa si nasconde dietro la guerra batteriologica "terrorista"
Un sottile filo nero unisce guerra batteriologica, CIA, scienziati delle multinazionali e AIDS!Cominciamo a sciogliere il gomitolo nero.
"Gli scienziati che hanno lavorato alla messa a punto degli armamenti batteriologici e dei virus, per conto del governo degli Stati Uniti e della CIA, dispongono di biotecnologie genetiche e molecolari estremamente sofisticate e specifiche che li hanno messi in grado di costruire quello che potremo definire letteralmente lo stimolo per la predisposizione a certe malattie in certe razze umane".
Dottor L. Horowitz, autore del libro "Emerging Viruses, AIDS & Ebola, Nature, Accident or Intentional?"
E' oltre un anno che i media americani parlano incessantemente di un possibile conflitto batteriologico. Ora sembra, a prima vista, che questo conflitto sia scoppiato. Evidentemente questa guerra ha un duplice scopo: da un lato, offre lo spunto per attaccare militarmente gli Stati che di volta in volta Bush decide di accusare (si è fatto il nome dell'Iraq); dall'altro, offre la possibilità di giustificare il fatto che gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale di armi batteriologiche sviluppate su commissione della CIA da laboratori come la Litton Bionedics. I laboratori di ricerca Hazeltine sono quelli dove per la prima volta comparve il Reston virus, altrimenti conosciuto come il micidiale Ebola. Sei mesi fa, due milioni e quattrocentomila militari statunitensi sono stati vaccinati contro il virus dell'antrace. Strana coincidenza? Ma il filo nero che collega imperialismo economico e militare americano è destinato a sollevare ben altri dubbi.
Innanzitutto, che cosa si nasconde dietro i vaccini? I vaccini sono prodotti dalle industrie americane che fanno capo a Rockefeller. Tali vaccini contengono virus cancerogeni e immunosoppressori. Ora si dà il caso che il Governo americano abbia prodotto leggi illuminanti, che garantiscono le norme sui brevetti e gli accordi di non divulgazione imposti dalle multinazionali farmaceutiche. Così, sebbene si sappia che i vaccini contengano virus cancerogeni come l'SV40 ed altri ancora, nessuna rivista scientifica può pubblicarne la presenza. Solo scienziati indipendenti possono farlo, a rischio di querele e di carriere spezzate. Il filo nero assume una maglia molto più grande. Altra cosa interessante da sapere: le industrie farmaceutiche americane sono, per legge, affiliate al sistema militare.
Abbiamo citato Rockefeller: senza indagare molto, scopriamo che il filo nero si estende storicamente ad oltre cinquant'anni fa. Le radici affondano nel nazionalsocialismo. Gli Stati Uniti ne sono i legittimi eredi. La famiglia Rockefeller aveva una piena collaborazione con la IG-Farben, l'industria schiavistica che produceva i suoi prodotti ad Auschwitz, usando manodopera dei prigionieri. La IG-Farben e i Rockefeller erano coinvolti in un'operazione di Eric Traub, ricercatore medico biologico al servizio di Hitler e sviluppatore di armi batteriologiche. Lo scopo di Traub era di creare dei virus che colpivano soltanto determinate popolazioni. Ma a quel tempo la ricerca genetica era solo agli albori. Furono gli USA a sviluppare questa "scienza del gene" e della morte.La maglia si allarga Henry Kissinger, che gli americani giudicano un patriota mitico e meraviglioso, era il responsabile dei servizi segreti durante la seconda guerra mondiale per la "caccia ai nazisti" (il poco famoso "progetto Paperclip"). Kissinger non "cacciava" i nazisti per produrre prove sui loro crimini da addurre al processo di Norimberga o in altri processi, ma lavorava per il loro riciclaggio nell'Intelligence e nelle industrie americane. Tra coloro che vennero "cacciati" e riciclati ci fu anche Traub, che venne assunto dalla Marina Americana (ma lavorò anche per l'Università della California e per aziende affiliate alla marina militare). Nei suoi lavori, Traub produsse virus mutanti ibridi che avrebbero prodotto il cancro e immuno-depressione. Tale lavoro prefigura lo "Special Virus Cancer Program", quello che oggi ha assunto il nome "Progetto del Genoma Umano". Si tratta di un'evoluzione del progetto hitleriano per l'igiene razziale. Ma non fu neppure Hitler a inventare questo "progetto". Esso risale infatti agli anni Venti: le famiglie Rockefeller, Prescott, Bush (il nonno dell'attuale Presidente) avevano il progetto di eliminare certe razze dal pianeta. Furono queste famiglie che appoggiarono l'ascesa del nazismo.
Nell'ambito del "Progetto del Genoma Umano" l'Hazeltine, la Litton Bionedics e tutti i programmi per gli armamenti batteriologici continuano questo progetto di eliminazione di certe razze.Un paio d'anni fa, con grande plauso della scienza mondiale, dai laboratori di Colt Spring Harbor (vicino a New York City) è stato annunciato il completamento dei genomi umani, cioè è stato dimostrato il legame di certi geni con certe razze e con certe disposizioni verso alcune malattie. Nel campo della ricerca medica statunitense compaiono articoli dai titoli illuminanti: "Scoperto cancro al polmone nelle donne ebree", oppure "Scoperto il gene dell'anemia falciforme negli uomini di colore", oppure "Scoperto lo sviluppo del sarcoma negli uomini discendenti dagli ebrei europei", oppure "Scoperta infezione da Ebola nelle persone di colore". Trovo molto interessante far notare come si parli frequentemente del "gene degli ebrei" o del "gene dei negri".
Ma diamo spago al filo nero. Nel 1970 il Dipartimento della Difesa statunitense stanziò oltre 10 milioni di dollari per uno studio di cinque anni indirizzato allo sviluppo di microrganismi in grado di devastare il sistema immunitario, da utilizzare in un'eventuale guerra batteriologica. Tale finanziamento era finito nelle mani della Litton Bionedics. Due milioni di dollari all'anno per sviluppare questo tipo di microrganismo sia nel settore delle armi biologiche, che per ricerche sul cancro e sui vaccini. Quegli studi hanno prodotto vaccini messi sul mercato, che avevano l'effetto collaterale (previsto) di devastare il sistema immunitario.
Sappiamo anche che il vaccino che più verosimilmente ha diffuso nel mondo l'AIDS e forse anche l'affaticamento cronico (dato che sono comparsi entrambi nello stesso periodo) fu il vaccino sperimentale per l'epatite B che venne preparato nei laboratori Merck, Sharpe & Dohme, con il supporto del CDC [Centers for Disease Control] e dell'FDA [Food & Drug Administration - USA]. Sappiamo che questo particolare vaccino dell'epatite B venne in parte preparato in scimmie contaminate, che furono mandate dalla Litton Bionedics. Il dottor W. John Martin, ex-direttore della Sezione di Oncologia Virale del Dipartimento di Biologia dell'FDA, con coraggio, ha detto che non c'è nessuna ragione per cui questi vaccini continuino ad essere contaminati e che le autorità possiedono la capacità e la tecnologia per ripulirli. Eppure non lo fanno. L'SV40 che è presente nei vaccini orali per la polio (tutt'oggi obbligatori negli Stati Uniti), somministrati nei primi anni '60 a ben oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo (per lo più in Russia), attualmente si è esteso nella collettività e si sta diffondendo. Questi vaccini non sono mai stati ripuliti completamente ed oggi stanno dando ancora virus di scimmia contaminati ad esseri umani. In un recente articolo del Jama [Journal of American Medical Association] si parla del 25% di una numerosa popolazione italo-americana che porta questi virus di scimmia nell'organismo. Tali virus sono la causa fondamentale della distruzione dell'apparato immunitario.
Il virus dell'AIDS potrebbe essere il risultato di uno sviluppo sintetico, mescolando un certo numero di virus killer nel tentativo di creare un virus che distrugga il sistema immunitario. Fu il 12 febbraio 1962 che iniziò lo Special Virus Cancer Program. In particolare verso la fine degli anni '60 i ricercatori della Litton Bionetics – diretti dal dr. Robert Gallo – come pure quelli dell'NCI [National Cancer Institute] erano molto esperti nel prendere virus di scimmia e ricombinarli con virus RNA della leucemia felina che provocava una lunga lista di sintomi identici a quelli di cui soffrono i malati di AIDS. In alcuni studi questi virus vennero coltivati in globuli bianchi umani ed in altri in cellule di tessuto fetale umano, così che si adattassero. Il vaccino per l'epatite B odierno porta ancora un enzima altamente cancerogeno, che le autorità non hanno ancora rimosso. Quel miscuglio che chiamano vaccino, fatto di proteine decomposte, virus cotti, batteri morti natanti in quel fluido contenente formaldeide e derivati del mercurio, che viene iniettato nel corpo di un neonato o di un soldato, a che titolo dovrebbe fare bene? I vaccini non fabbricano anticorpi, ma sono veleni per l'organismo, producono malattie gravi, invalidanti, mortali. Le statistiche ci illuminano al riguardo: i vaccini hanno fatto aumentare il numero delle malattie.Le malattie sono state create a tavolino. L'AIDS non ne è escluso. Il dr. Robert W. Simpson della Rutger Univ. di New Jersey, comunica alla "American Cancer Society Seminar for Science Writers" che i vaccini provocano alterazioni nell'RNA creando aberranti "provirus" che rimangono latenti nel corpo, e che in determinate condizioni scatenano svariate malattie dichiarate incurabili: artrite reumatoide, sclerosi multipla, lupus eritematoso disseminato, morbo di Parkinson...
L'AIDS dicevamo, che cosa è? E' prima di tutto un enorme giro di denaro fatto di migliaia di miliardi di dollari, con la vendita di preservativi e gli infiniti eventuali vaccini. Migliaia di associazioni parassite si reggono in piedi con la scusa di fare ricerche. Ma l'unica cosa che cercano sono i soldi. L'AIDS non è dichiarata una "malattia", ma una sindrome, quindi un insieme di sintomi. AIDS significa Sindrome di Deficienza Immunitaria Acquisita: non una nuova malattia, ma un insieme di sintomi di vecchie malattie raggruppati insieme apparentemente senza ragione.
Nel 1981 il dottor Gottlieb, immunologo, individuò cinque persone malate, che non avevano mai avuto contatti tra loro che presentavano sintomi comuni, caratterizzati da un sistema immunitario fortemente indebolito. Questa "malattia" venne battezzata col nome di AIDS.
La nascita dell'AIDS fu annunciata il 23 aprile 1984 dalla stampa, non dal dibattito scientifico. L'annuncio era gioioso perché veniva comunicato che il Governo americano avrebbe stanziato subito milioni di dollari per la ricerca. E questo prima ancora che la scienza avallasse l'ipotesi di una malattia con prove. Il Segretario alla Sanità statunitense, Margaret Heckler (Governo Reagan, che fu eletto con l'appoggio della Wellcome Trust Corporation, proprietaria della Wellcome Foundation, produttrice di farmaci) e il dottor Gallo, dissero che ci sarebbero voluti un paio d'anni per trovare il vaccino. Si disse che la "malattia" era causata dalla trasmissione di un virus, l'HIV (human immunodeficiency virus), attraverso il sangue e i rapporti sessuali.
Dopo migliaia di miliardi e 17 anni di ricerche, ancora non abbiamo una cura efficace. Questo virus è un fantasma: non ne è mai stata dimostrata l'esistenza, non è mai stata pubblicata una foto di una sola particella di esso, ma soprattutto non sono mai stati pubblicati gli esperimenti di laboratorio sulla sua esistenza. L'HIV non risponde neppure ai requisiti di un virus: se un liquido così infettivo si trasmette attraverso il sangue, lo sperma e i liquidi vaginali, perché non dovrebbe trasmettersi attraverso la saliva il sudore e le lacrime? (A proposito, dato che è una malattia "sessuale" le prostitute dovrebbero esserne le prime colpite, invece ne risultano praticamente immuni: in Italia nel 1993 si sono verificati sei soli casi, nel 1995 solo 22!).
La medicina ufficiale non ha mai trovato una risposta scientifica. Non sappiamo neppure quanto è la presunta incubazione del virus. Siamo passati dai 10 mesi circa dei primi tempi ai 14 anni di oggi! I sieropositivi che non si ammalano d'AIDS dovrebbero suggerire una riflessione sul dogma HIV=AIDS, invece vengono chiamati "lunghi sopravviventi", con una formula che deroga da ogni principio medico e scientifico. Il virus del morbillo ha una incubazione di 9 giorni inalterata da secoli! Perfino i "test per l'AIDS" sono del tutto inattendibili: il 50% dei sieropositivi non si ammala di AIDS e un terzo dei malati di AIDS produce "test dell'HIV" negativi (nel 1984, Montagner – che ritroveremo, in quanto è il co-scopritore del virus dell'HIV insieme all'americano Gallo – constatò che nel 32% dei casi esaminati i malati di AIDS avevano un test dell'HIV negativo, cioè non avevano il virus dell'HIV in corpo!). Affermare che l'unica causa dell'AIDS è l'HIV ed affermare che vi sono casi di AIDS in cui non è presente il virus dell'HIV è una contraddizione madornale e ridicola che sconfessa tutto quanto sa la scienza ufficiale in campo di malattie infettive.
La prevenzione serve a qualcosa? Certamente: anzitutto serve a creare e diffondere emergenza, disinformazione e allarme sociale. E serve soprattutto a discriminare comportamenti "anormali" e "diversi". La "prevenzione" ha rinsaldato la morale cattolica e borghese, minacciata da decenni di lotte sociali. L'AIDS è stato inventato nel periodo dei Reagan e Tatcher, periodo di grandi sistemi reazionari, che aprirono la strada all'attuale periodo di libero mercato, libera circolazione degli schiavi, pensiero unico, americanismo dilagante, sottomissione del pianeta al nuovo ordine mondiale americano.
Le grandi epidemie che si sarebbero verificate in Africa non sono giunte. Il dottor Kary Mullis ci illumina al riguardo: "Hanno considerato il gran numero di persone sieropositive (in Africa) prima di accorgersi che gli anticorpi della malaria – che in Africa hanno tutti – si mostrano nei test come "positivi all'HIV'."
Le cure per l'AIDS, dopo anni di ricerca e miliardi di dollari, hanno del ridicolo: l'AZT, clamoroso insuccesso della Wellcome come trattamento anticancro, viene ripresentato come trattamento antiAIDS dopo che gli è stato cambiato il nome in Retrovir! Ovviamente il costo dell'AZT-Retrovil decuplicò nel giro di pochi giorni.
Nel 1995 la Wellcome Inc. si unisce alla Glaxo Inc., colosso farmaceutico americano e diventa GlaxoWellcome Inc., supermultinazionale presente in ogni angolo del mondo, il cui fatturato annuo (1997) supera i 13,8 bilioni di dollari (che non so proprio dire a quanto equivale in lire). Chiudiamo il discorso AZT con le parole del suo inventore, Richard Beltz: "L'AZT [azidotimina] non aveva prospettive per due ragioni: i miei studi hanno mostrato che era cancerogeno in ogni dosaggio e che era troppo tossico anche per usi di breve periodo". Immaginatevi che questo veleno viene dato come cura a persone che soffrono di Immunodeficienza, come i malati di AIDS!!!
Sono in crescita, sempre più numerosi, gli scienziati che escono fuori dal coro e sostengono che l'AIDS sia un'enorme invenzione e costituisca semplicemente il prodotto di un indebolimento di tutte le strutture immunitarie del corpo dovute essenzialmente a sostanze tossiche iniettate con i vaccini. Alcuni esempi illustri: il Dr. Rubin, dell'Università della California, l'epidemiologo inglese Stewart, il dottor Gilbert, virologo Premio Nobel, il dottor Sabin, inventore del vaccino della polio, il dottor Root-Bernstein, dell'Università del Michigan, il dottor Duesberg, biologo molecolare di fama mondiale, esperto in retrovirus; tra gli italiani citerò soltanto Luigi De Marchi (psicologo clinico e sociale) e Fabio Franchi (infettivologo, studioso di teoria e tecnica della metodologia), autori del libro: "AIDS: la grande truffa" Molti negano validità alla teoria che ipotizza che l'AIDS sia prodotto dal virus HIV. Altri negano l'esistenza a questo virus.Il dottor Duesberg è in prima linea nell'accusare la multinazionale GlaxoWellcome di crimini contro l'umanità. Tutti i fondi per finanziare le sue ricerche sono stati tagliati. Duesberg è tenuto sotto costante controllo da CIA e FBI. Molto indicativo Duesberg è una sorta di "capostipite" di quella larga schiera di "dissidenti" (Premi Nobel, luminari della scienza, biologi, intellettuali, scrittori, politici, ricercatori, psicologi), censurati e boicottati da media e istituzioni, che ritengono che l'AIDS sia un'invenzione a tutto vantaggio delle multinazionali. La tesi del dottor Duesberg è questa: "L'HIV è solo un latente, e perfettamente inoffensivo retrovirus, di cui molti, ma non tutti, i malati di AIDS possono essere i portatori. Dire che l'HIV è la causa dell'AIDS significa mettere da parte tutto ciò che sappiamo sui retrovirus. La teoria dell'HIV è inconsistente assurda e paradossale".
Scrisse benissimo Amedeo Bordiga nel n. 4 di Prometeo del 1952: "Non vi è più potente fregnaccia, che la tecnica moderna non sia pronta ad avallare, e rivestire di plastiche verginali, quando ciò corrisponde alla pressione irresistibile del capitale e ai suoi sinistri appetiti".
Solidarizziamo con tutti i popoli che di volta in volta verranno accusati di terrorismo batteriologico per dare il pretesto a guerre americane! I terroristi batteriologici sono sotto gli occhi di tutti, e noi lottiamo contro di loro.
AIDS: dominio di classe?
"Nessuna delle cause dell'AIDS è oggi combattuta, neanche denunciata ufficialmente. Il sistema che produce le carestie, l'inquinamento, le tossicomanie, le perversioni sessuali, la mistificazione dei desideri e della loro realizzazione – cioè l'insieme dei fattori induttori di AIDS – finanzia le ricerche e dà ordini ai ricercatori. Tramite gli Stati, deve contemporaneamente difendere la propria esistenza generatrice dell'AIDS, e prendere provvedimenti contro l'epidemia".
[Michel Bounan, autore del libro "Le temps du SIDA"]
Ho accennato a molte cose, spesso legate tra loro da un filo che unisce capitalismo, industrie farmaceutiche multinazionali, servizi segreti e Governi. Ma altro materiale documentario deve essere messo sulla carta per cominciare a vedere crescere questa maglia nera, tessuta da mani criminali.
Se l'AIDS è, come possono farci pensare le prime poche notizie che ho esposto, un "prodotto" della grande distribuzione capitalistica, deve esserci un risvolto di classe. Da un lato la borghesia capitalistica dell'Occidente, dall'altro il mondo degli sfruttati, degli emarginati, dei poveri, degli esclusi se così è, si tratta di un indizio in più sulla giustezza delle nostre tesi.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) alla fine del 1999 dovevano esserci nel mondo oltre 33 milioni e mezzo di persone colpite dal virus dell'HIV. Più del 95% di esse sarebbe residente nei paesi in via di sviluppo. Oltre il 70% nell'Africa sud-sahariana. Nel Sud Africa il 10% della popolazione (più di quattro milioni di persone) risulta sieropositivo, mentre nei paesi vicini come il Botswana, il Lesotho, la Namibia e lo Zambia, la percentuale dei "contagiati" è superiore. La maggior parte degli esperti ritiene queste cifre esagerate e senza alcun contatto con la realtà.
Risulta chiaro, comunque, che gli infetti sono la stragrande maggioranza dei poveri del mondo, affamati dall'imperialismo e dalle sue multinazionali che con tanto di belle parole dicono di essere le sole che si battono per la sconfitta definitiva dell'AIDS.
Come ho riportato, il dottor Kary Mullis ha smascherato l'errore: sono stati ritenuti infetti tutti coloro che hanno gli anticorpi della malaria sviluppati, cioè moltissimi africani. Il problema è che queste voci sono tenute nascoste dagli organi ufficiali legati alle multinazionali perché ciò limiterebbe quasi totalmente l'enorme giro di denaro che scorre dietro all'AIDS. Quindi moltissimi africani credono che l'AIDS sia sempre dietro l'angolo.
Nel luglio 2000 a Durban, in Sud Africa si è tenuta la conferenza mondiale sull'AIDS. Il presidente sudafricano Mbeki ha tenuto un discorso che ha creato sconcerto tra tutti i rappresentanti delle varie comunità scientifiche. Mbeki ha messo sul banco degli imputati l'imperialismo capitalista e la sua opera di spoliazione di interi continenti. Le sue dichiarazioni legano indubitabilmente il capitalismo ai disastri dei popoli africani: "E' la povertà il più grande assassino del mondo e la maggior causa di malattie e sofferenze. Non possiamo dare la colpa al solo virus HIV, dobbiamo combattere una guerra su tutti i fronti. Qui prima che di AIDS si muore di malaria, tubercolosi ed epatite B". Queste dichiarazioni vennero completate dicendo che la malnutrizione cronica, la debilitazione fisica, le cattive condizione igieniche cui sono costretti centinaia di milioni di africani sono spesso diagnosticate erroneamente e volutamente come AIDS.
Nell'aprile 2001 a Pretoria si è concluso il processo intentato da un consorzio di 39 multinazionali, la "Big Pharma", contro il "Medicine Act" del Governo del Sud Africa. Questo atto legislativo fu emanato da Mandela nel '97 e permette la registrazione forzata e l'importazione parallela dei costosissimi farmaci anti-AIDS. La registrazione forzata è un modo con cui i Governi, in situazioni di emergenza, autorizzano la propria industria nazionale a produrre i farmaci senza pagare i costosissimi diritti alle multinazionali che detengono il brevetto. L'importazione parallela consente al Governo di importare i prodotti da un paese terzo che lo produce a un prezzo decisamente più basso perché attua la registrazione forzata. Ovviamente le multinazionali vogliono essere le uniche a poter distribuire il prodotto anti-AIDS (su cui si è già detto) e non accettano leggi che consentano di ribellarsi alla loro dipendenza. Il processo si è concluso positivamente per Mandela.
Un militante sudafricano del movimento antimperialista contro le multinazionali rifer“: "Questo che abbiamo vinto è solo il primo round. Per assicurare realmente l'accesso alle cure per i milioni di ammalati di AIDS dell'Africa è necessario continuare la lotta perché Big Pharma farà di tutto per impedire l'attuazione del Medicine Act e per tutelare i suoi profitti" ["Che Fare", n¡55].
Big Pharma non si è ritirato dal processo per filantropia, bensì perché le masse oppresse sudsahariane rischiavano di far crescere il malumore anche tra gli occidentali. I cartelli dei manifestanti contro le multinazionali dicevano: "Big Pharma assassina della povera gente". Inoltre ha contribuito al ritiro anche l'affacciarsi sul mercato mondiale dell'industria farmaceutica di altre nazioni, come il Brasile e l'India che con farmaci equivalenti e con un costo enormemente inferiore, potevano intaccare il monopolio assoluto delle multinazionali.
Si può parlare di vittoria di Mandela contro le multinazionali? Certamente e ovviamente no. Nonostante la registrazione forzata e l'importazione parallela siano formalmente previste dal WTO (Organizzazione Mondiale per il Commercio), il Medicine Act del 1997 non è mai stato messo in atto a causa di continue minacce di ritorsioni economiche e di sanzioni ad opera degli Stati Uniti contro il Sud Africa. E ciò non è un caso isolato.
Il processo di Pretoria è stato visto come un grave pericolo da tutti gli organi della borghesia, non solo da quelli legati all'industria farmaceutica. In Italia, il giornale della Confindustria, il "Sole 24 ore" del 9 aprile 2001 scrive: "Ormai non si fa più mistero che l'obiettivo vero è mettere in discussione la brevettabilità. Gli sconti che pur si fanno proprio al Sud Africa ma non solo, non bastano più. Sfondare sui farmaci HIV significa sfondare su tutto il resto. La questione quindi va molto al di là dell'industria farmaceutica. Lo slogan Ônon anteporre il profitto al diritto alla salute' ha sicuramente un fondamento etico, ma alla lunga può essere tragico". Provera, responsabile degli Esteri del partito capitalista Lega Nord, su "La Padania" del 20 aprile 2001, afferma: "Se nessuna casa farmaceutica può contare sul brevetto, la conseguenza è che caleranno notevolmente gli investimenti e la ricerca di alto livello. La solidarietà è giusta e doverosa. Ma questa deve essere una scelta, non un'imposizione che metta a repentaglio il sistema di mercato". Il profitto viene messo in relazione col progresso, secondo la prassi propagandistica borghese: nulla di più lontano con la realtà, dove il profitto delle multinazionali è causa di un impoverimento impensabile dei popoli sfruttati.
In sede di WTO, gli USA hanno proposto di sanzionare il Brasile per la produzione di farmaci retrovirali a basso costo. Gli Stati Uniti hanno decretato l'embargo alle esportazioni della ditta indiana Cipla, colpevole di avere prodotto e commercializzato – senza l'autorizzazione delle multinazionali – farmaci anti-AIDS. In questa condizione è molto difficile per gli stati oppressi dall'imperialismo ribellarsi. Solo Cuba, il Bangladesh e la Thailandia hanno deciso di produrre farmaci retrovirali per conto proprio.
Che la cura anti-AIDS sia una cura di "classe" lo dimostro facilmente facendo un po' i conti in tasca alla gente. Si tratta di medicine per ricchi benestanti, alle quali i poveri non hanno accesso. Tutta la vicenda AIDS è una vicenda di classe.
I trattamenti contro l'HIV sono messi a punto dalle multinazionali come le americane Bristol-Meyers Squib e Merck & Co., costano dai 10mila ai 15mila dollari l'anno. La spesa sanitaria nell'Africa sud sahariana raggiunge a stento i 37 dollari procapite annui. E' evidente che le cure per l'AIDS possono essere accessibili solo agli occidentali (e devono pure essere degli occidentali benestanti). Tali cure, come peraltro già dimostrato non portano alla guarigione. Aggiungo che talvolta le multinazionali compiono riduzioni di prezzo transitorie fino al 90% per gli africani. Nonostante essere le cure restano comunque inaccessibili e servono solamente per far credere all'opinione occidentale che le multinazionali sono mosse da filantropia. Dunque si tratta di pura propaganda.> Cos“ sono pura propaganda le elemosine imperialiste di Bill e Melinda Gates (presidente della multinazionale Microsoft e consorte) e della Glaxo. Insieme hanno promesso (ripeto soltanto "promesso") di destinare duecento milioni di dollari alla lotta contro l'AIDS in Botswana. La Merck taglia per i paesi poveri i prezzi dei farmaci anti-AIDS (il famigerato AZT). Tutti possono dimostrarsi clementi agli occhi degli occidentali, ma questa politica "filantropica" americana contribuisce ad aumentare il debito di paesi già affamati. Il tutto avviene ben propagandato, ma è impossibile e "criminale" mettere in risalto che c'è una diretta correlazione tra l'aumento delle pestilenze e delle deficienze immunitarie (chiamiamole pure AIDS) con gli "immutabili" meccanismi di rapina del capitalismo internazionale: interi popoli potrebbero ribellarsi e rifiutare la squallida elemosina degli usurai della finanza mondiale! Nei casi in cui i popoli rifiutano le meschinità delle multinazionali, sono richiamati all'ordine con ogni mezzo necessario e vengono nuovamente sottomessi.
Appare più chiaro che l'AIDS è collegato al dominio della classe borghese internazionalista. Addossare la colpa delle condizioni inumane di vita degli africani ad un virus "naturale" esclude ogni responsabilità delle rapine imperialiste. Su questo ritornerò in seguito in un successivo capitolo di questa tragica vicenda. Per ora mi interessa dire che, dicendo che l'AIDS è una malattia prettamente africana, rilancia le teorie borghesi razziste e neocoloniali. Tali teorie identificano l'Africa come il solo vero focolaio dell'HIV. La diffusione dell'AIDS avverrebbe a causa degli sconsiderati usi sessuali dei negri, arrivando perfino a dire che i negri si sarebbero accoppiati con le scimmie. Queste teorie razziste, scientificamente false, servono ad additare l'africano come l'untore, creando nei lavoratori occidentali ostilità e desiderio di separazione nei confronti degli uomini di colore e degli immigrati. Così, in occidente, l'uomo emarginato, specie l'immigrato, non può integrarsi nella società il capitalista può sfruttarlo come una bestia e nessuno avrà nulla da obiettare. Anche in questo caso dietro il virus HIV si nasconde uno sciovinismo imperialista reazionario.
L'AIDS – cioè le malattie e le debilitazioni varie che vengono classificate con questo nome – non si diffonde soltanto nei paesi depredati dall'imperialismo, ma anche in occidente non colpisce a caso come un virus naturale. "Casualmente" non colpisce a caso, ma sembra che colpisca in modo "classista", aggredendo ovviamente la classe debole, specialmente la classe dei diseredati. Proponiamo il dato americano: negli USA l'81% delle donne sieropositive è di colore o ispanica, mentre queste due componenti insieme non raggiungono il 20% delle donne statunitensi. Anche nel ricco nord, l'AIDS colpisce gli strati popolari che vivono a stretto contatto col degrado.
Il collegamento dell'AIDS col modo di produzione capitalistico, ormai putrescente e mietitore ogni secondo di morte, è chiaro. Sono proprio le leggi del mercato neoliberista – tanto difese dai borghesi – ad accentuare la diffusione della povertà ed anche dell'AIDS. Tali leggi di mercato spingono la ricerca non in direzione di ciò che è più utile all'uomo, ma in direzione di ciò che rende di più: anabolizzanti, steroidi vari, psicofarmaci, anfetamine, droghe sintetiche più o meno legali, farmaci anti-tumorali dagli effetti disastrosi e riciclati quando si dimostrano a loro volta produttori di cancri (come il caso dell'AZT, riciclato per la lotta all'AIDS!).
Ho dimostrato che il filo nero che unisce capitalismo e epidemie (il caso dell'AIDS) esiste. Le multinazionali e i Governi capitalistici, col loro imperialismo predone, sono i responsabili di questa epidemia.
Non è possibile lottare per una umanizzazione del mercato. Non c'è possibilità di accordo tra etica e profitto. La lotta contro l'AIDS deve diventare lotta proletaria antimperialista! Il progresso della scienza deve essere al servizio della specie umana, non del profitto!
Raggomitoliamo un po'
"Il mistero di questo virus è stato generato da due mila miliardi di dollari all'anno che vi sono stati spesi. Se prendi un altro virus, e ci spendi due mila miliardi di dollari potrai ricamarci sopra tutti i misteri che vuoi"
Kary Mullis, "La manipolazione informativa in azione".
Dopo aver dimostrato che l'AIDS ha una causa sociale di classe, e che trova nell'imperialismo il suo principale "untore", ora riprendo il discorso che avevamo fatto in precedenza.
Avevo parlato di Robert Gallo. Avevo detto che era il direttore di ricerca della Litton Bionetics, nei cui laboratori, alla fine degli anni Sessanta si facevano strani esperimentiÉ Si prendevano virus di scimmia e si ricombinavano con virus RNA della leucemia felina. Questi esperimenti di "ricerca pura", produssero effetti devastanti sull'apparato immunitario che davano gli stessi sintomi di quella "malattia" che più di un decennio dopo sarebbe stata chiamata AIDS. Gallo fu colui che, insieme alla Segretaria di Stato alla Sanità americana M. Heckler, dette la lieta notizia della scoperta dell'AIDS. Gallo è colui che si vanta di avere per primo isolato il virus HIV. Attualmente è diventato miliardario (in dollari) per la sua "scoperta" del test dell'HIV. Quanto questa persona sia quantomeno dubbia emerge da sé. Ho già detto del valore scientifico dei test dell'HIV: tale test risulta positivo in persone non sieropositive e negativo in persone che hanno già contratto l'AIDS! Molti scienziati sostengono che quel test sia un'invenzione senza alcun valore scientifico. Gallo è inoltre uno degli uomini più potenti degli Stati Uniti perché gestisce la stragrande maggioranza dei fondi per la ricerca.
Il fatto che Gallo sostenesse di essere il primo ad avere isolato il virus HIV non fu ben accettato da tutti. L'Istituto Pasteur di Parigi denunciò Gallo perché disse che il virus risultava lo stesso già scoperto da un ricercatore francese, il dottor Luc Montagner, il quale, ignaro dello "stile" di Gallo, gli aveva ingenuamente inviato dei campioni. Per mettere fine allo spiacevole diverbio, i Governi statunitense e francese (Reagan e Chirac) decisero che i due ricercatori dovevano essere entrambi scopritori del virus.
Ma qual è questa scoperta tanto importante che i due scienziati si sono litigati – tanto importante da scomodare le più importanti diplomazie del mondo? Un gruppo di scienziati australiani, guidati dalla dottoressa Eleni Papadopulos-Eleopulos, dopo anni di ricerche e studi di laboratorio, giunsero alla conclusione che non è possibile dimostrare l'esistenza dell'HIV. Tutt'al più è possibile solo ipotizzarne l'esistenza, ma non si può sostenere che esso sia un virus o un retrovirus.
Se l'équipe australiana non basta, la storia del dottor Lanka è più illuminante. Biologo, virologo e genetista tedesco, laureatosi all'Università di Costanza in Scienze Naturali, Stefan Lanka è il portavoce ufficiale dell'associazione internazionale REGIMED [REsearch Group in Investigative MEDicine]. La sigla REGIMED, tradotta cos“ come la si legge significa "irregimentati". Insieme a Karl Krafeld e ad altri collaboratori, a Dortmund, Lanka porta avanti un'attività scientifico legale per l'abolizione dei test dell'HIV. Nell'ambito delle sue attività, Lanka si è presentato spontaneamente ad un processo per "diffusione di sangue contaminato da HIV" a Goettingen, in Germania, dove sotto giuramento ha dichiarato che l'HIV non esiste. Il Tribunale non riusc“ a trovare un solo scienziato in grado di confutare l'affermazione di Lanka e di dimostrare l'esistenza del virus. Il 24 febbraio del 1997, il Tribunale tedesco assolse con una sentenza storica (censurata dai media) il medico accusato di 14 omicidi e 5800 tentati omicidi.
Lanka si ricollega alla diatriba tra Gallo e Montagner sulla scoperta dell'HIV. La sua teoria consiste pressappoco in questo: la guerra "mediatica" scatenatasi tra Gallo e Montagner su chi fosse il vero scopritore del virus dell'AIDS, con tanto di accuse di bassezze e scorrettezze reciproche – guerra protrattasi per anni – ha di fatto oscurato l'attenzione sulla cosa più importante: la scoperta stessa. A nessuno è venuto in mente di mettere in discussione una scoperta – per vedere se di scoperta si trattasse – cos“ tanto litigata tra due luminari appoggiati dai rispettivi Governi e dalle rispettive diplomazie!
Ho già citato Kary Mullis. Costui è Premio Nobel nel 1993 per la Chimica, per avere inventato uno strumento capace di analizzare il DNA (la PCR). Mullis racconta che nel 1988 stava preparando una pubblicazione in cui doveva dimostrare la teoria che l'HIV causa l'AIDS. Essendo una cosa molto importante decise di citare il testo che lo dimostrava; chiese ai colleghi quale fosse il riferimento bibliografico che cercava: gli risposero che era una cosa nota che l'HIV generasse l'AIDS e che non c'era bisogno di citare alcun testo. Mullis non si fece convincere e cercò il testo che per primo dimostrava il legame tra virus e malattia che stava cercando. Girò molte tra le biblioteche più fornite in campo scientifico, ma non trovò nulla al riguardo. Cominciò a chiederlo a tutti i congressi dove andava, ma nessuno sapeva rispondergli. I dubbi del Premio Nobel cessarono quando questi incontrò Luc Montagner. Alla domanda di Mullis su quale fosse il testo da citare, Montagner, sorpreso, disse di citare un certo studio. Mullis rispose che quello studio non si occupava di quella dimostrazione. Montagner, dopo avere ammesso che quella pubblicazione non era in effetti ciò gli aveva chiesto Mullis, rispose: "Perché non cita quella pubblicazione sul retrovirus della scimmia?". Ma il Premio Nobel per la Chimica fece notare che quello che succedeva alle scimmie non era probatorio di ciò che cercava e che quella pubblicazione suggerita era uscita da poco, mentre lui cercava la pubblicazione originaria che dimostrava che l'HIV genera l'AIDS. A quel punto Montagner corse a salutare un collega dall'altra parte della sala. Nemmeno lui, lo scopritore dell'HIV sapeva indicare un testo che dimostrasse che quel virus genera l'AIDS! Né lui, né Gallo lo hanno mai dimostrato!
Abbiamo visto come lo stesso Montagner nelle sue ricerche ultra-finanziate, dovette ammettere che il 32% dei casi esaminati di malati di AIDS non possedeva il virus dell'HIV. Se l'HIV fosse la causa dell'AIDS, questa sarebbe la sua confutazione scientifica. Ma i miliardi di dollari che sono in circolazione grazie alla storia dell'AIDS come malattia infettiva, interessano di più dell'evidenza. Per risolvere questo problema, gli scienziati delle multinazionali sono disposti ad inventarsi di tutto: essi sostengono che l'AIDS è causato dall'HIV, ma in rari casi (un terzo!) può esserci la contrazione dell'AIDS senza virus. Tale forma di AIDS senza virus viene chiamata Idiophatic CD4 Lymphocitopenia. Cambia il nome e si risolve il problema. Ma il problema resta: questo modo straccione di agire è proprio non di qualche stregone di periferia, ma della medicina ufficiale, la quale è tristemente in mano ai profitti delle multinazionali.
E questo modo di agire straccione frutta miliardi di dollari a pochissime persone, mentre miliardi di persone vivono con meno di un dollaro al giorno, affamate deliberatamente, private di tutte le risorse necessarie per vivere una vita decente! Dicevano che l'epidemia avrebbe in poco tempo invaso il mondo, che sarebbe stato un enorme flagello per l'umanità. Per quanto riguarda l'Italia, le prime stime parlavano di circa 200 mila sieropositivi, che dovevano avere un tempo di raddoppio dell'ordine di 10 mesi: oggi tutti noi italiani dovremmo essere sieropositivi. Invece il numero dei portatori del virus HIV si è assestato intorno a 100 mila da parecchi anni. Ebbene l'epidemia non c'è stata. Come rispondono le multinazionali? Dicono che è stata la campagna di prevenzione, "costata" migliaia di miliardi di dollari a risolvere il problema dell'umanità! Ma quale prevenzione! Direi piuttosto "perversione" mentale di chi sostiene questa teoria fantastica! Campagne di prevenzione vera non si sono fatte affatto. Se il rischio di epidemia fosse stato veramente grave, le poche campagne di prevenzione sarebbero state del tutto insufficienti. Se poi prevenzione vi fosse stata, come spiegano le multinazionali che le malattie veneree sono in costante aumento? Quale prevenzione fa aumentare le malattie veneree?
Michael Martinez dimostra perché l'HIV non porta l'AIDS. "Perché si possa parlare di infezione da germi, debbono essere verificati i cosiddetti "postulati di Koch": ovvero i microbi devono essere presenti in tutti i casi di malattia e devono essere biologicamente attivi; devono poter essere isolati e accresciuti in coltura; i microbi in coltura devono riprodurre la stessa malattia se introdotti in un altro ospite; infine devono essere di nuovo trovati nell'organismo ospite". Si tratta di regole scientifiche ma anche di buon senso. Gallo sovverte totalmente queste regole, perché ormai è certo che esistono persone malate di AIDS senza avere contratto il virus dell'HIV. Nonostante questa evidenza, Gallo continua a sostenere la teoria che l'AIDS è generato dall'HIV!
L'AIDS è una debilitazione delle difese immunitarie. Questa debilitazione spiana la strada a una seria di malattie – ne vengono enumerate 29. Sono queste e non l'HIV a portare la morte nel malato. Caso strano, tra le 29 malattie, dette "complicanti", troviamo il carcinoma uterino, che è un tumore e non si capisce che cosa abbia a che fare col sistema immunitario. Oppure il sarcoma di Kaposi è per stessa ammissione dei CDC americani (Centri Epidemiologici) "non causata dall'HIV e indipendente da esso".
Come è facile capire, la virologia è diventato un campo tanto specialistico che pochi hanno il coraggio di mettere in discussione quanto afferma il luminare di turno esibito dai mass media. Si ritiene che solo degli specialisti possono criticare tutta la costruzione che è stata fatta del "castello AIDS". Cos“, per esempio, a nessuno, se non a uno scienziato specialista del campo, sarebbe venuto in mente di criticare l'AZT, la famosa cura anti-AIDS, di cui ho già parlato. Si è detto gli effetti devastanti e cancerogeni (non a caso agisce sulla replicazione del DNA) di questo "farmaco". Si tratta in realtà di un prodotto estremamente tossico, tanto che difficilmente i pazienti lo riescono a sopportare per più di qualche settimana. L'AZT venne sintetizzato dalla Burroughs Wellcome nel 1964, nell'ambito di ricerche sui retrovirus. Come ho detto doveva essere una cura per un ipotetico cancro di origine virale. Ma si rivelò subito inefficace, tanto che non fu nemmeno brevettato. Ma con l'arrivo mediatico dell'AIDS, questo "farmaco" nocivo venne tirato nuovamente fuori e subito approvato dall'ormai nota FDA (il Food and Drug Administration, l'ente americano che stabilisce l'efficacia dei farmaci). Il FDA approvò in tutta fretta l'efficacia del farmaco su studi fasulli, inventati dalla multinazionale Glaxo-Wellcome Questi studi sono stati in seguito smentiti, ma troppo tardi, dato che non è possibile conoscere il numero di morti causate dall'AZT, né è possibile immaginare i profitti astronomici che la multinazionale produttrice ha incassato con i soldi della "ricerca" (ripeto, le ricerche sono del 1964, non vi è stato aggiunto nulla di nuovo, ma i soldi sono stati presi ugualmente) e della distribuzione del "farmaco" il cui prezzo è decuplicato con l'AIDS e le allarmanti statistiche diffuse dai media americani e quindi da quelli di tutto il mondo. E' certo che la tossicità dell'AZT (Retrovir) ha ucciso moltissimi sieropositivi che prima stavano benissimo. Il famoso campione "Magic" Jonson, risultato sieropositivo ai test dell'HIV nel 1991, ha assunto AZT per pochi giorni e ne è rimasto fortemente debilitato. Subito ha interrotto la "cura" e si è sentito immediatamente meglio, tanto che nel 1992 vinse le Olimpiadi. In seguito, in una conferenza stampa, Jonson ha dichiarato di non essere più malato di AIDS. Un vero mistero, visto che l'AIDS viene presentato come il "male dei mali", incurabile.
La diffusione mediatica dell'AIDS ha avuto presa sull'opinione pubblica (per opinione pubblica credo bisogni intendere qualche centinaio di opinionisti venduti, che scrivono sui maggiori giornali dell'occidente sviluppato) perché risveglia il pericolo di epidemie pestilenziali. Come si è detto il fatto che avvenga per via sanguigna e sessuale lo rende adatto ad essere sostegno della morale borghese, sessuofoba e contenta se un tossico muore. Cifre inimmaginabili si sono spese per sconfiggere questa "malattia" che nella realtà dei fatti è una causa di morte trascurabile ed è in continua diminuzione naturale (fatto che già serve a smentire che sia un'epidemia, soprattutto per il continente nero, dove al peggiorare delle condizioni igieniche, all'aumentare delle guerre civili, al depauperamento delle risorse naturali, all'aumento della povertà, diminuisce d'altro canto la "devastante epidemia" dell'AIDS!). Queste cifre sono uno dei mercati più floridi dell'economia internazionale ultracapitalistica e supera nel suo insieme l'intero prodotto interno lordo dell'Europa occidentale! Ma nessuno ha pensato di spendere quei soldi per risolvere veri problemi, come la deforestazione del pianeta, i disastri ecologici, attrezzature sanitarie in tutto il mondo.
Le cricche filoamericane al potere in Africa accettano ben volentieri la versione ufficiale sull'AIDS. E cos“ pure le varie associazioni di volontariato (vere e proprie avanguardie dell'imperialismo). L'AIDS è fonte di immensi guadagni per questi enti: il Governo dell'Uganda, nel 1992, ricevette sei milioni di dollari, per lo studio e la prevenzione dell'AIDS (soldi mai spesi per questo ed in realtà si tratta di una cifra modestissima rispetto al mercato dell'AIDS), a fronte di 57mila dollari (un centinaio di milioni di lire!) per la cura della malaria che ogni hanno in Africa miete un milione di vittime!
Di fondamentale importanza è la testimonianza dei coniugi Kryen. Essi avevano creato, nel 1989, un'associazione di 230 persone in Tanzania per curare e aiutare i bambini orfani di genitori morti di AIDS. I Kryen furono i primi a diffondere i dati sulla presenza dell'AIDS in Africa. Pubblicarono perfino un dossier dove immaginavano che in breve tempo l'Africa sarebbe stata invasa dall'AIDS. La stampa americana amplificò a dismisura l'importanza di questo piccolo dossier illustrato. Nel 1992 il Washington Post attribu“ a Philippe Kryen frasi come: "Sarebbe stato meglio un terremoto" rispetto all'AIDS, dato che questa malattia colpiva gli africani che sono dediti al sesso sfrenato (!). Ma i due coniugi si sono resi conto della verità sull'AIDS (un lucroso mercato per i paesi a capitalismo avanzato, uno strumento di potere – donando a scopo di ricerca qualche briciola ai Governi "amici"), ed hanno dichiarato che "l'AIDS è in realtà una grossa bolla di sapone". Nel 1993 (3 ottobre) il Sunday Times scrisse un articolo in cui si riportava questa frase di Kryen: "L'AIDS non esiste. E' una cosa che è stata inventata. Non ci sono basi epidemiologiche. Per noi non esiste". Ma nessun giornale riprese questa notizia. Quindi, finché i Kryen credettero in buona fede che l'AIDS era un'epidemia, diventarono la voce principale della stampa americana. Quando poi, con l'esperienza sul campo (i coniugi sono medici) si resero conto che si trattava di una menzogna, la loro voce non aveva più alcun valore e sono stati chiusi da una pressoché totale censura.
Perfino Montagner, il co-scopritore del virus, ha fatto passi indietro! In varie conferenze in giro per il mondo, questo luminare francese ha cominciato a mettere in dubbio la teoria HIV = AIDS: egli sostiene in pratica che l'HIV, alla luce dei suoi studi, non sia la causa determinante dell'AIDS, ma solo un co-fattore scatenante la malattia. Si tratta di un allontanamento non trascurabile dell'ortodossia di Gallo. Resta comunque da dire che le idee di Gallo sono ancora quelle che gli Stati Uniti accettano e impongono alla comunità scientifica del mondo, che, a meno che non voglia vedersi togliere il posto di lavoro o censurare ogni pubblicazione, accetta ben volentieri e diventa partecipe, in piccola misura dei bilioni di dollari che girano intorno all'AIDSÉ bilioni di dollari, conviene dirlo, anche se è evidente, che provengono dal surplus del paesi del Terzo e Quarto Mondo saccheggiati dall'imperialismo.
Sembra ormai evidente che l'AIDS sia una messinscena terribilmente macabra per mascherare un mercato di morte ed uno strumento di dominio imperialista. Ma c'è altro? Che cosa? La mia ricerca si è indirizzata verso il "test dell'HIV", di cui ho già dato i tratti farseschi fondamentali.
Un punto chiave: il "test dell'HIV"
Ho già parlato dei "test dell'HIV", mettendone in luce, in via generale, i principali difetti. Ora ho deciso di riprendere la ricerca su questo punto in modo più approfondito. Il "test dell'HIV", infatti, è uno dei principali strumenti di propaganda della "merce AIDS". Vediamolo in dettaglio, cercando di mantenere la chiarezza necessaria affinché quanto io scriva sia accessibile a tutti.
I "test dell'HIV" maggiormente usati sono l'ELISA e il Western Blot (WB). L'ELISA, ritenuto meno affidabile, viene usato come "test di rilevamento". Il WB, più "sicuro", è considerato il "test della conferma". Quando una persona viene trovata positiva a due test ELISA, allora viene sottoposta al WB. Se è positiva anche al WB allora si dice che è infetta dall'HIV. Moltissimi casi di persone risultate positive all'ELISA, sono invece del tutto sane e negative per il WB. I test ELISA danno moltissimi falsi "positivi" all'HIV. Questo è molto importante per capire il grado di "scientificità" dei "test dell'HIV". Ora, la scienza non dovrebbe essere un'opinione, ma dovrebbe fornire delle certezze valide per il genere umano. L'AIDS sfugge a questo ovvio principio. Per dimostrarlo mi basterà dire che in Italia e in Inghilterra il test WB è fuori commercio dal 1992 perché ritenuto inaffidabile e viene usato solo l'ELISA. Questo dovrebbe far pensare che vi siano molti più sieropositivi in Inghilterra che non, per esempio, in Spagna, dove il solo test ELISA non basta per dichiarare sieropositiva una persona. Ma cos“ non è. In Inghilterra i sieropositivi stimati – ovviamente non ci sono certezze - sono 30mila, in Spagna sono 150mila. Come è possibile? La cosa è semplicissima: i test dell'HIV hanno una soglia al di sopra della quale si è ritenuti "positivi", al di sotto, invece, si è "negativi". Ebbene, questa soglia può variare da stato a stato. Per cui uno che si fa il test in Spagna può essere ritenuto sieropositivo, ma se va a farsi il test in Inghilterra può risultare completamente sano!!! E' un discorso quasi burocratico. Ed a proposito di burocrazia, se in Italia una persona volesse farsi il test WB, deve andare in un laboratorio privato e spendere oltre 300mila lire.
Fatta questa premessa, adesso devo rinominare il potentissimo e ricchissimo dottor Gallo. Quando nel 1984 lui e la Segretaria di Stato alla Sanità del Governo Reagan annunciarono al mondo che era stato trionfalmente scoperto l'AIDS, subito Gallo aveva pronto un "test dell'HIV". Conviene ricordare, en passant, quanto ho già detto sul fatto che a tutt'oggi non esiste una pubblicazione scientifica che confermi un legame tra HIV e AIDS, né è mai stata pubblicata una fotografia del famigerato virus. Comunque, nonostante ciò, Gallo aveva già tutto preparato. Purtroppo, però, il test che offrì Gallo all'industria del sangue per il controllo delle trasfusioni, non era proficuo per il bel mercato delle trasfusioni. Da quei test risultava che oltre il 30% dei donatori era portatore del virus dell'HIV! Le multinazionali americane che controllano il mercato delle donazioni respinsero subito quei test che rischiavano di rompere loro le uova nel paniere. Fu così che Gallo risolse il problema con uno dei più rari mezzi che l'ingegno umano abbia mai dimostrato. Gallo merita veramente la ricchezza e la fama che gode nel mondo scientifico americano e mondiale, perché la sua serietà e il suo rigore sono veramente encomiabili: infatti questo luminare risolse il problema dei suoi test rifiutati in modo del tutto rigoroso: alzò la soglia di reazione dei test fino ad una percentuale molto più piccola, quella del 3%! Un genio! A questo punto la sua efficace scoperta venne accettata dagli imprenditori ed invase il mercato mondiale. In seguito si fece ancora salire questo limite fino ad avere risultati attorno allo 0,3% di sieropositivi. Tutto stabilito a tavolino!
Ora cercherò di illustrare il più facilmente possibile come agisce questo famoso "test dell'HIV". Ciò servirà a comprendere in modo ancora più chiaro la scientificità che ruota attorno alla malattia chiamata AIDS.
Teoricamente il "test dell'HIV" dovrebbe scoprire gli anticorpi che reagiscono davanti alle proteine dell'"involucro del virus". Fin qui tutto bene. Ma se scaviamo un po' e cominciamo a porci qualche domanda, la situazione cambia di gran lunga. Senza andare troppo lontano, mi chiedo: come sono state stabilite le "proteine dell'HIV"? Lo sappiamo dalla XII Conferenza Mondiale sull'AIDS, tenuta a Ginevra dal 28 giugno al 3 luglio 1998, alla presenza dei maggiori dirigenti finanziari delle multinazionali farmaceutiche e dei cosiddetti luminari in campo medico. In questa Conferenza il dottor Gallo dichiarò pubblicamente che aveva aggiunto alle sue colture (usate per il "test") l'idrocortisone, adducendo come motivo che questa sostanza stimola la crescita molecolare. Nessuno in quella sede ebbe nulla da ridire. Ma un collaboratore dello stesso Gallo, il dottor Popovic, aveva già denunciato questo procedimento: ogni pubblicazione scientifica sull'argomento, infatti, ci informa come l'idrocortisone non stimola, ma al contrario riduce la crescita cellulare e provoca la comparsa di certe proteine da stress, le stesse che si trovano nelle persone stressate. Ciò spiega perché la maggioranza di persone che danno risultati positivi ai "test dell'HIV" si trova in stato di stress cronico causato da diversi fattori: stress tossico (droghe, metadone, farmaci di sintesi chimica), stress psicoemozionale, infettivo (infezioni ripetute con malattie di trasmissione sessuale), nutrizionale (abitudini di vita cattive, cattiva alimentazione, condizioni da Terzo Mondo, ecc.).
Questi test da laboratorio sfuggono ad ogni rigore scientifico degno di questo nome. Per prima cosa non sono test riproducibili: frazioni dello stesso siero possono dare risultati differenti in diversi laboratori. Ciò già basterebbe per dimostrarne l'inattendibilità. Ma la cosa tragicomica è che danno risultati differenti anche all'interno dello stesso laboratorio se il test viene effettuato in tempi diversi. La cosa è, dicevo, tragicomica, perché gli scienziati e i ricercatori, nonostante questa evidenza, continuano a usare i "test dell'HIV" come se nulla fosse. Le autorità sanitarie sanno questo, perché esistono pubblicazioni scientifiche ufficiali in riviste rinomatissime in campo medico, e si limitano a risolvere solo i casi peggiori: per esempio a Parigi nel 1993 sono stati tolti dal mercato 9 kit diagnostici su un totale di 31 esaminati. Si trattava di kit per il WB prodotti dalle multinazionali farmaceutiche più rinomate, degli Stati Uniti, dlla Germania e della Svizzera.
Non si tratta neppure di test specifici. La Eleni Papadopulos-Eleopulos e i suoi colleghi australiani hanno analizzato singolarmente ogni proteina ritenuta specifica del virus HIV ed usata nei test: ebbene, nessuna supera l'esame in quanto si tratta si proteine che si trovano nelle stesse dimensioni e caratteristiche nelle cellule normali. Gli anticorpi diretti contro di esse sono rilevabili in altre malattie, come la lebbra, la malaria, la tubercolosi, la comunissima influenza. Condizioni che provocano la formazione di grandi quantità di anticorpi. Ciò significa che il "test di conferma" WB non rivela anticorpi specifici dell'HIV.
Attualmente in occidente si applica un parametro relativamente nuovo, cioè il parametro di "carica virale". Senza scendere troppo nel dettaglio, mi basta dire che la "carica virale" viene ottenuta per mezzo della tecnica PCR inventata dal dottor Kary Mullis, grazie alla quale ricevette il Premio Nobel nel 1993, come ho già detto. Mullis stesso spiega che la tecnica PCR non serve per misurare nessuna "carica virale", e si è pubblicamente rammaricato di averla inventata, visto l'uso che ne è stato fatto con l'AIDS. Molti ricercatori contestano l'affidabilità della PCR per il gran numero di "falsi positivi" che questo test produce e perché usando la PCR è impossibile ottenere risultati ripetibili.
Nel settembre 1996, la rivista americana Zenger's pubblicò una lista di 64 articoli apparsi in diverse riviste scientifiche, in cui si avvertiva che i "test dell'HIV" danno risultato "positivo" in più di 70 malattie o situazioni che non hanno nulla a che vedere con l'AIDS (emofilia, epatite, tubercolosi, malaria, influenza, gravidanze multiple, sesso anale ricettivo, il ricevere trasfusioni di sangue o trapianti d'organi, l'essere vaccinati contro epatite, influenza, tetano, ecc. ecc.). Ho detto abbastanza su questa frottola da miliardi e miliardi di dollaroni verdi che è il "test dell'HIV". Un giro di denaro spaventoso. Mi basterà concludere questo discorso, salvo eventualmente tornare ad accennarlo ove mi si presenti l'occasione, ricordando la riunione della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tenutasi a Bangi, in Africa Centrale, nel 1985. Qui si stabil“ che nei paesi del Terzo Mondo, a causa della mancanza dei mezzi (cioè dato che il mercato distributivo non poteva dare frutti a causa della povertà delle popolazioni), non era necessario risultare "positivi" ai "test dell'HIV" per essere dichiarati "un caso AIDS", cioè "infettati da HIV": bastava presentare due dei tre indizi maggiori e uno dei sette indizi minori per essere considerati malati di AIDS (tutti comuni in tutto il continente nero saccheggiato dall'imperialismo). Bastavano, quindi, per essere "malati di AIDS" sintomi di malattie abituali in AfricaÉ Questo spiega anche la "devastante epidemia" africana, alla quale sarebbe addirittura preferibile un enorme cataclisma, come un "terribile terremoto"!
La messinscena macabra costituita dall'AIDS non ha un fondamento scientifico. Ciò mi pare assodato. Il mercato in cui girano bilioni di dollari è una realtà virtuale, creata per risolvere il problema di un capitalismo perennemente in crisi. Un capitalismo che ha occupato militarmente e economicamente l'intero pianeta e che deve inventarsi mercati nuovi se vuole sopravvivere (il mercato delle epidemie, il mercato delle guerre). Un capitalismo che saccheggia le risorse dei cinque continenti ad uso e consumo di poche centinaia di milioni di persone, a fronte di miliardi di uomini, donne e bambini che vivono in uno stato di povertà inimmaginabile. Un capitalismo violento e criminale. Feroce e spietato. L'AIDS non è che uno dei tanti crimini diffusi dell'imperialismo globalizzato, internazionale.Aggiornamenti e articoli di riferimento: AIDS: Anche l'Africa del Sud perde la sfida contro le multinazionali
USA, Bush: Ex-dirigente farmaceutico a capo delle ricerche sull'AIDS
Il Business farmaceutico della malattia
mandato da Ivan Ingrilli il Lunedì Agosto 25 2003
aggiornato il Sabato Settembre 24 2005URL of this article:
http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/2003/08/25/aids_hiv_or_aids_business_farmaceutico_della_malattia.htm
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