Usa, Sanità: pronto soccorso ai tesserati
 
CategoriesE. R. addio. Bush rivede il pronto soccorso Usa
Con la nuova legge, ospedali senza più obbligo di curare le emergenze
ASTRIT DAKLI
Nemmeno due mesi fa un rapporto di Public Citizen, un'organizzazione americana per la difesa dei diritti dei cittadini, denunciava che la maggioranza degli ospedali statunitensi, in tutti o quasi gli stati dell'Unione (47 su 51), aveva violato o continuava a violare la legge federale del 1986 che dovrebbe impedir loro di lasciare al proprio destino - con diagnosi affrettate o con un rifiuto di cura - i pazienti che si presentano «in emergenza», ma senza una carta di credito o un'assicurazione sanitaria in mano. Public Citizen invitava il governo a punire gli ospedali colpevoli con maggior severità. Ieri il governo federale ha deciso effettivamente di intervenire per rimediare a questa sistematica illegalità, ma lo ha fatto nel modo più coerente con i propri principi: con una nuova regolamentazione, in vigore dal 10 novembre, abbandonare quei pazienti al proprio destino non sarà più illegale. Le nuove regole, ovviamente, non dicono «curate solo i pazienti che pagano»: ma nella sostanza ottengono il medesimo risultato, accogliendo in pieno il punto di vista delle amministrazioni ospedaliere e di innumerevoli medici specialisti, che da molto tempo lamentano gli «effetti perversi» della legge dell'86; d'ora in avanti, i pazienti meno danarosi potranno trovare molte difficoltà nell'ottenere certe cure di emergenza negli ospedali, e ancor più difficoltà nel vincere cause legali per danni subiti negli ospedali che vìolano le leggi federali. Nel concreto: grazie all'amministrazione Bush, gli ospedali non saranno più tenuti a tenere molti medici specialisti a disposizione 24 ore su 24, come previsto dalla legge attuale, né a prestare una serie di cure nell'ambito delle sale di pronto soccorso (che devono accogliere anche i non paganti). Finora chiunque si presentasse a un qualunque ospedale lamentando un'emergenza medica aveva diritto in ogni caso a un'accurata visita e, se questa rivelava una condizione clinica «di emergenza», doveva essere curato fino alla stabilizzazione delle sue condizioni - oppure essere trasferito ad un altro e più adatto istituto. Ora questo obbligo «non si applica più a chiunque venga ammesso come paziente», ma diventa una discrezionalità dell'ospedale. Inoltre tutte le strutture ospedaliere che non abbiano una vera e propria «sala emergenze» non saranno più obbligate per niente ad accogliere e visitare pazienti.
Era da parecchio che i potenti consigli di amministrazione dei grandi ospedali americani, spalleggiati dalle altrettanto potenti associazioni corporative dei medici specialisti, piangevano alti lai ad ogni occasione lamentando la «persecuzione giudiziaria» cui erano soggetti da parte di moltissimi pazienti - rovinati da mancate cure o da cure improprie in emergenza, in violazione della legge dell'86, e passati a vie legali. I tribunali, lamentavano gli ospedali, davano troppo spesso ragione ai pazienti contro le amministrazioni ospedaliere e i medici specialisti, «costretti» a violare o ignorare la legge federale per non «elargire cure gratis» richieste «con la scusa dell'emergenza». In altre parole, dicevano, troppi «furbi» non coperti da Medicare - il sistema americano delle assicurazioni-malattia - si presentavano con le loro malattie agli ospedali pretendendo di essere curati «in emergenza»; e facendo causa se respinti o curati in modo sbrigativo e insufficiente. Per giunta le autorità federali potevano punire ogni singola violazione della legge dell'86, indipendentemente dal risultato delle cause legali dei pazienti, con una multa di 50.000 dollari e, nei casi più gravi, con l'esclusione dalla rete Medicare dell'ospedale colpevole. Con il risultato che gli ospedali si trovavano con le sale di pronto soccorso «perennemente ingorgate di pazienti» e con continue cause in tribunale, mentre i medici specialisti erano costretti ad essere sempre disponibili per emergenze (e però, secondo Public Citizen, ben 527 ospedali hanno continuato comunque a violare la legge «scaricando» i pazienti poveri con emergenze cliniche, e solo 85 di essi sono stati multati).
Tutto questo ora finirà. Le nuove regole hanno suscitato il plauso generale delle associazioni dei medici e dei dirigenti ospedalieri, che salutano «le nuove chiare e pratiche indicazioni» e «l'alleggerimento dei gravami»; poche finora le voci contrarie, come quella di un medico di un pronto soccorso di Charlotte, North Carolina, che citato dal New York Times dice: «Ora i problemi già esistenti si aggraveranno... Per i pazienti essere curati da specialisti sarà sempre più difficile».
Fonte: Il Manifesto
mandato da Ivan Ingrilli il Venerdì Settembre 5 2003
aggiornato il Sabato Settembre 24 2005URL of this article:
http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/2003/09/05/usa_sanit_pronto_soccorso_ai_tesserati.htm
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