Trash Your Television: Siamo Noi Che Creiamo La Realta'
 
CategoriesHa forse la televisione il grande potere di modellare la mente? Sapendo che la mente funziona anche per "imprinting", la risposta non puo' essere che si. Forse allora e' il caso di chiedersi se ci piace il modello che ci viene proposto. Proponendo certi modelli, il suo potere persuasivo e "pedagogico" si sostituisce alla realta', imponendo anche modelli comportamentali. Oggi, cosi' come un bambino osserva il proprio genitore per imparare, la televisione si e' sostituita al "modello base". Avete mai pensato che molti Quiz televisivi fanno domande sulla realta' televisiva stessa? Cio' implica che se non guardi la TV, non conosci quella realta' e non puoi rispondere alle domande... meditate, la vita non e' affatto la realta' proposta dalla TV. Sapere con chi vanno a letto le Top Girls non serve alla mia personale sopravvivenza, ma puo' contribuire alla frustrazione. ;-) Perche' perdersi in una realta' che di fatto non esiste?
Perche' l'America teme queste foto tanto da non trasmetterle in televisione?
La risposta e' che per immagini come questa l'America ha perso la guerra del Vietman in seguito all'insorgenza popolare dovuta alla crudelta' e alla ripetizione delle immagini trasmesse. Da questa esperianza l'America ha deciso per una totale censura mediatica sui "fatti di guerra". Se avete corrispondenza con persone che vivono in America, provate a misurarvi nella conoscenza degli eventi. Questo e' solo un esempio del forte potere decisionale esercitato dalla TV.
Che questo flusso non sia solo funzionale al consolidamento di una realta' che viene poi creata per semplice accettazione?!
Accettazione di un modello di realta'. Parlare di guerra ti fa accettare il fatto che esista, cosi come la fame nel mondo, questo modello socio-economico, il "buono", il "cattivo". Guardare la televisione significa accettare questo tipo di "politica". Quante cose "accettiamo" perche' cosi' e' "comunemente accettato"? E quanto di questo comunemente accettato viene "propagandato" dalla TV?
Siamo forse noi che accettiamo questo "principio di scarsita'" che ci viene "tramandato"? E' possibile che l'uomo sia cosi' "cattivo" come ci vogliono far credere o e' un paliativo per creare la necessita' del controllo? Quante sono le potenzialita' umane individuali che sono state messe a freno da questo senso comune? In definitiva che ruolo ha la televisione nel realizzamento di Matrix?
Non c'e' niente di buono o di cattivo che il pensarlo in quel modo lo renda subito tale. Osho
Vi lascio alla lettura dell'esperimento chiamato delle 100 scimmie (Strategilla - Marina Ricci), al quale ho pensato subito dopo aver letto la bellissima poesia di Enzo Braschi, trovata sul sito di Nexus, che tratta per l'appunto l'argomento "TELEVISIONE".
Ps. Attenzione: se smettete di guardare la televisione potreste non riconoscere piu' questa realta'. Atteggiamenti asociali riscontrati. Una terapia a scalare e' consigliata.Le 100 scimmieVariazioni su un tema di Paganini
La storia conosciuta come “delle cento scimmie”, racconta che in un’isoletta disabitata del Giappone dei ricercatori stavano osservando e studiando il comportamento di un tipo di scimmie. Poiché, a un certo punto, il cibo scarseggiava, gli studiosi fecero portare, via elicottero, diversi carichi di patate. Le patate, chiaramente, non erano lavate, erano, quindi, tutte sporche di terra.
Le scimmie non sembravano impazzire per quel tipo di cibo ma, visto che era quello disponibile, se ne nutrivano. Un giorno, una giovane scimmia femmina che chiameremo Yoko, ebbe l’idea di lavare la patata prima di mangiarla. Decisamente le parve migliore e, da quel momento, Yoko lavò sempre le patate prima di mangiarsele. Per diverso tempo Yoko fu l’unica a lavare le patate finché un giorno, un’altra scimmia incominciò a lavarle, era una vecchia scimmia femmina che poteva essere la madre di Yoko. Poco alla volta sempre più scimmie femmine lavavano le patate prima di mangiarle. Poi fu la volta dei giovani maschi non ancora adulti e, infine, per ultimi, i maschi adulti. Quando il numero delle scimmie che lavava le patate prima di mangiarsele, raggiunse un certo quantum, che nella storia si dice di cento, gli studiosi si accorsero che tale abitudine, nuova per quella razza, era passata a tutte le scimmie sulla faccia della terra. Come se fosse scattato un certo meccanismo, non appena si fosse raggiunto il numero necessario per farlo scattare a livello universale.
di Enzo Braschi
Mi piace guardare la televisione, spenta, e da dietro.
La televisione è un oggetto
-questo è-
grigio scuro o nero,
di plastica,
un aggregato chimico che non esiste in natura
e che quindi è privo di qualsivoglia energia.
Sul pianeta dal quale provengo, che orbita attorno alla stella che voi
chiamate Aldebaran, facente parte dell'ammasso stellare da voi
classificato con la sigla "M 45"
-le cosiddette Pleiadi-,
la televisione non c'è.
Non che ci sia stata in un remotissimo passato e ora non ci sia più. E'
proprio che noi Pleiadiani la televisione non l'abbiamo mai
concepita, non avendo mai della televisione avuto alcun bisogno. Questo
perché il nostro modo di essere considera che tutto ciò che è
riproduzione della realtà
(e la televisione è riproduzione della realtà)
crea un karma virtuale in grado di generare un karma reale. Se, per esempio,
sul nostro pianeta avessimo la televisione e la televisione
ci mostrasse un film sugli orribili misfatti di un serial killer, le
immagini delle sue riprovevoli azioni -benchè "finte"- produrrebbero nei
telespettatori "reali" sensazioni di orrore, di angoscia, di dolore, di
sofferenza, di raccapriccio che genererebbero un'"onda" karmica che
andrebbe a depositarsi nell'akasha, l'archivio cosmico ove tutti i pensieri,
le parole, le emozioni di ogni entità vivente dell'intero universo
vengono registrati dall'inizio del tempo.
Un karma "vero" lascia una sua impronta, scava un "solco" indelebile;
figuriamoci un karma di orrore e angoscia e sofferenza e
raccapriccio "finti"! Non si mescolano le carte, non si scherza con la VITA,
non si bestemmia il DNA spirituale, non si bara col cuore.
La televisione, dunque, non nuoce all'anima se la si tiene rigorosamente
spenta.
E' che avendo scelto d'incarnarmi (per questo ciclo) sul vostro pianeta,
vengo indotto nelle vostre quotidiane tentazioni terrestri, molto
spesso per semplice curiosità, per il cosiddetto gusto del gioco, per lo
stuzzicante piacere di trasgredire. Così, ammetto di avere peccato:
a volte, a costo della vita, ho infatti acceso la televisione. A dire il
vero, le prime volte continuavo a osservarla da dietro, sì, voglio dire:
pur sentendone la voce impedivo a me stesso d'essere irretito dalle sue
perniciose immagini. Si trattava dunque di un peccato veniale.
Tant'è, una sera in cui il mio schermo difensivo era a basso carico
energetico non seppi resistere e la televisione la guardai dal davanti:
vidi cioè le immagini insieme alle parole.
Lo choc fu devastante.
Uscito dal coma, pensai che immagini e parole erano una dose mortale per
qualunque essere senziente, cosicchè optai per un
avvelenamento a metà: la sola visione delle immagini private della voce
degli umani utilizzati per spacciare il "finto" karma.
Voi Terrestri siete una specie assai peculiare: amate dare il peggio di voi
stessi pur avendo le qualità per dare il meglio.
Chi tra di voi avverte (consciamente o inconsciamente) tale dicotomia
s'ingegna a trascenderla attraverso l'arte.
Così, se oggi mi arrischio a guardare le immagini emesse dalla
televisione
(rigorosamente prive dell'audio, come già detto!), lo faccio
con l'ausilio di un antidoto creato da un vostro artista che amo in
particolar modo, un musicista russo di nome Rachmaninov. Di lui
apprezzo l'intera sua creazione pur prediligendo sopra tutto il Concerto per
pianoforte e orchestra n.2 in DO minore e la Rapsodia su un
Tema di Paganini. E' talmente struggente e di tale pura bellezza il parto
offerto a tutti noi dall'anima che un tempo fu ospitata dal corpo
fisico chiamato Rachmaninov, che mi riesce di superare il pesante carico
tossico generato dalle immagini televisive praticamente senza
alcun avvelenamento né a livello fisico né mentale né karmico.
Provate anche voi, se la cosa v'incuriosisce, a fare uguale esperienza:
guardare cioè la televisione senz'audio, accompagnata dalla
musica di Rachmaninov, saltando da un canale all'altro, avanti e indietro,
fino a che il vostro corpo non comincerà a cedere. Sì, perché è
provato scientificamente che prima o poi il vostro organismo darà evidenti
segni di decadimento fisico: caduta dei capelli, impotenza
sessuale, tremolio delle mani, tic nervosi incontrollati, afasia, astenia,
atarassia, balbuzie, incontinenza. Insomma: quello che i nostri
medici, su Aldebaran, diagnosticano come "Rincoglionimento Precoce".
E' del tutto irrilevante disquisire sui cosiddetti "programmi" che una
qualsiasi delle vostre emittenti televisive diffonde a livello eterico,
ventiquattr'ore su ventiquattro, a chi ami giocare alla roulette russa con
sei colpi in canna. Mi è sufficiente constatare che l'intero
panorama di ciò che la vostra natura esige come "cibo spirituale"
quotidiano, per noi Pleiadiani non si solleva dalla "tacca zero" di
qualsivoglia strumento di rilevazione d'intelligenza che sia stato tarato a
dovere.
Abbacinante
è lo sgranarsi
del rosario
del nulla
che tutto
della VITA
divora:
automobiline che fanno sempre lo stesso giro di pista e una folla oceanica
urla e ride e batte le mani, e poi si vede un tipo che ha finito
di girare con la sua automobilina e sale su un podio e un altro tipo gli
consegna una grande coppa e il primo la solleva in alto e agita
poi una bottiglia che sprizza un liquido dorato addosso a quelli che gli
stanno intorno e una folla oceanica urla e ride e batte le mani e
quell'uomo viene celebrato al pari di un dio.
E poi undici uomini in mutande che corrono in un prato dietro a una sfera
che coi piedi si passano l'un l'altro e altri undici uomini con
uguali mutande ma con maglie dal colore diverso che corrono dietro ai primi
undici tentando di carpire loro quella sfera e poi uno scaglia
col piede la sfera che entra dentro una rete da pescatori tenuta tesa alle
spalle di un tipo con mutande e maglia nera e a quel punto
una folla oceanica urla e ride e batte le mani e poi ondeggia ed esplodono
fuochi e un'ala della folla paurosamente investe un'altra ala
di folla e dal prato tanti uomini in uniforme militare corrono in soccorso e
degli uni e degli altri e non si capisce più cosa stia succedendo
ma la folla urla e ride e batte le mani ancora più forte.
Saltando ancora da un canale all'altro viene mostrata una donna che si
spoglia tutta nuda meno il suo orologio davanti a un uomo che
dapprima ha un'espressione estatica e poi di puerile sconforto.
E passando ancora a un altro canale mi si offre la visione di una ragazza
dall'espressione fortemente ambigua che assapora un gelato e
il suo modo di leccarlo inequivocabilmente fa pensare a un'atto sessuale.
E ancora, volando su un altro canale, sono proiettato all'interno delle vie
di una città con un corteo di uomini che agitano le loro braccia e
qualcuno è incappucciato e armato e spara al cielo e scorrono immagini di
corpi di uomini morti lasciati a marcire sull'asfalto e ancora
immagini di un uomo in doppiopetto che sorride
-e si capisce che è contento per come vanno le cose-
e ancora mi vengono mostrate immagini di un ospedale dove bambini amputati
giacciono in grandi letti bianchi e povere donne
piangono accanto a loro e una grande stanza è colma di stampelle, protesi
artificiali, gambe e piedi e mani di plastica, e vedo altri
bambini camminare goffamente con una gamba di carne e l'altra finta e quella
triste andatura muove la mia commozione e toccando tra
il pollice e l'indice quella goccia d'acqua che sgorga dai miei occhi mi
rammento d'essere umano e di provare dolore e che quel dolore mi
lacera il petto e vorrei urlare ma il mio grido è muto e altre lacrime mi
inondano le guance alla vista di quei bambini che nonostante il
loro spezzarsi sorridono. a me che li guardo e li piango, e mi ricordano che
la vita è un dono incomparabile e radioso e divino.
E saltando ancora a un altro canale vedo ragazze discinte che sensualmente
muovono il loro bacino e protendono il loro seno e
maliziose ammiccano per tanta ostentazione e il pubblico applaude frenetico
-e mi sovviene che sulla Terra essere fisicamente attraenti
e offrirsi senza alcun pudore è cosa degna di lode, la chiave per
raggiungere la fama e accumulare grandi ricchezze.
E ancora, scivolando su un altro canale, vedo frigoriferi e lavatrici e
tostapane e pentole e apparecchi stereo e un giovane che parla con
fervore e due ragazze che conversano attraverso i loro telefoni cellulari e
una scritta m'informa che il mondo è sempre più piccolo e a
mandarsi dei messaggi ci si ricarica.
E saltando ancora a un altro canale m'inebrio della vista di un bellissimo
cervo che bruca l'erba in un bosco e i suoi grandi occhi neri
mansueti marchiano il mio cuore con la loro dolcezza ma ecco apparire la
canna di un fucile in linea con la bella testa del cervo e il cervo
improvvisamente crolla a terra morto e due mani lo trascinano via per le sue
belle corna e a quel punto mi viene mostrato un lungo
bancone ricolmo di tanti pezzi di animali squartati con dei cartelli dei
prezzi e donne che sorridono a un uomo in camice bianco che
diresti un medico, ma che al contrario spaccia cadaveri, che incarta un
pezzo di animale e lo consegna alla donna e la donna è felice e
una scritta mi dice che c'è convenienza e poi viene mostrata una tavola
imbandita e bambini allegri che tengono nelle mani una
forchetta con un pezzo di carne di animale morto e quei bambini ora sono
ancora più allegri e leggo che crescono sani e forti e sanno
come affrontare al meglio il loro futuro nel mondo.
E ancora tante altre immagini mi violentano: dell'interno di un appartamento
dove giovani donne e uomini parlano e fumano e ridono e
litigano e dormono e si svegliano e vanno in bagno e parlano ancora e ridono
e piangono e ridono e parlano senza fermarsi mai. Strano
programma quello di un gruppo di persone chiuse in un appartamento dove non
succede in pratica nulla. Una scritta m'informa che
stiamo vivendo l'ottantunesima giornata all'interno di quell'appartamento,
il che significa che a qualcuno la cosa interessa e tanto anche,
e mi sovviene che ai Terrestri non piace vivere la loro vita bensì quella
degli, perché i Terrestri hanno paura di amare se stessi.
Il Terrestre, d'altronde, come tutti sanno nell'intero universo, non ama
fare l'amore ma guardare altri farlo per lui.
Non è buffo, fra l'altro, che un umano s'inebri ammirando un suo simile
nell'atto di evacuare? Forse che gli umani devono vedere un loro
simile compiere tale azione per avere conferma di esistere?
E da un altro canale vengo assalito dalle immagini di alte ciminiere che
impestano l'aria coi loro veleni, e di scappamenti d'auto che
l'ammorbano, di fiumi uccisi dalla chimica, di oceani in putrefazione, di
foreste millenarie rase al suolo in una sola notte, e vedo uomini
e donne per le strade che si coprono la bocca con le mani, che tossiscono,
si torcono in due, sbavano, vomitano, e bambini scheletrici
dal ventre enormemente gonfio, coperti di mosche, che mi fissano con grandi
occhi imploranti.
E mi sovviene che un'altra peculiarità dei Terrestri è quella di odiare la
vita in tutte le sue forme e di tentare con ogni mezzo di
estirparla ovunque essa si trovi, visto che
l'animale uomo
ama
ciò che distrugge
e distrugge
ciò che ama.
E questa riflessione mi sgomenta, mi confonde, mi lascia senza parole, mi
soffoca (e in quell'attimo la musica di Rachmaninov ha un
picco, un rasoio che mi lacera il cuore, e devo ancora piangere per tanto
sangue e bellezza e orrore).
E' talmente tale e di tali proporzioni la schizofrenia che regola la vita
del pianeta Terra e così lacerante la musica che m'invade l'anima
che piango senza freni e senza freni mi lascio catturare da immagini che non
rappresentano la vita ma anzi la negano con ostentato
piacere, e non so far altro che spezzarmi e partecipare dell'assenza di
Creazione e domandarmi perché mi trovi qui, seduto su un divano
all'interno di uno stupido appartamento, di fronte a una scatola di plastica
nera che mi vomita addosso scene di ordinaria follia e dolore
e tristezza e morte, nel bel mezzo della notte che mi fa sentire ancora più
solo e lontano mille galassie da tutto ciò che è AMORE:
freddo,
abbandonato,
orfano,
triste,
separato dall'immenso Tutto
che tutto è
e che mi ha generato perché anch'io potessi accendermi
e gioire del suo incorruttibile alito
che è la fonte della VITA.
Esistono tante forme di vita attorno al pianeta Terra quante voi umani non
potete neppure immaginare. Non si può dire che alcune siano
buone e altre cattive, essendo il concetto di "buono" e "cattivo" proprio
soltanto della razza umana e suo fantastico alibi sul quale
costruire un modo di vivere separato, infame e menzognero.
Tutto è vita, tutto è perfetto, e non esiste spazio, non esiste tempo, non
c'è alcuna direzione, altro non esiste che salire e scendere di
universo in universo, di dimensione in dimensione in accordo con la nostra
sola volontà di farlo, a patto che la nostra volontà sia
orientata verso l'amore, il rispetto, la comprensione, la compassione, il
senso di appartenenza che è la squisita matrice della vita
ovunque, la colla che insieme tiene unita la grande immensa famiglia che è
il Tutto.
L'Energia, lo Spirito che ovunque è il Padre e la Madre del Tutto, impiega
un battito delle ciglia di un essere umano per fare e disfare un
mirabile gioco che è il tempo nel suo incommensurabile dilatarsi e
restringersi e tutto rifare da capo per l'eternità, che è un concetto
astratto, visto che il tempo è non-tempo.
In un respiro si comprime tutto quel "Tempo", quell'arte suprema che è il
generarsi, l'evolversi, il dissolversi e di nuovo il generarsi del
Tutto. Ed è solo in noi la volontà di accordarci a quel respiro.
Così l'Uno si fa sempre Due per "spiegarsi", e due in apparenza sono le
scelte: se davvero decidere di essere diversi da quel che si è o
se sia più comodo restare quel che è la parvenza dell'essere.
In realtà noi pensiamo non vi sia alcuna scelta, accadendo le due cose
simultaneamente: l'essere cioè diversi e il continuare e non
esserlo pensando di esserlo.
Le due cose opposte sono sempre accadute, sempre accadono, e per sempre
accadranno.
Non ci si deve ingegnare a voler cambiare il tutto attorno a noi per credere
di cambiare noi stessi, bensì scegliere di voler cambiare noi
stessi per vedere il tutto cambiare attorno a noi.
E' solo un gioco,
il "gioco" per eccellenza,
simile alla vostra roulette russa,
ma con sei fiori
di unica bellezza
nel tamburo
anziché sei pallottole.
mandato da Ivan Ingrilli il Martedì Maggio 4 2004
aggiornato il Sabato Settembre 24 2005URL of this article:
http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/2004/05/04/trash_your_television_siamo_noi_che_creiamo_la_realta.htm
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