Equo & Solidale: una scelta consapevole
Come e' cambiato il nostro modo di mangiare negli ultimi decenni?
Quanto il desiderio di comprendere quali sono i modi diversi di coltivare
la terra e di allevare il bestiame?
Quanta strada fanno gli invitanti prodotti alimentari proposti dalle catene
delle multinazionali dell'alimentazione?Oggi si parla sempre di più di alimentazione biologica, di agricoltura
biologica. Ma rimane una rivoluzione a metà.
Esperti ed ecologisti da tempo lanciano l'allarme sul sistema di
industrializzazione e di conservazione alimentare. Freschezza a lunga scadenza?
Metodi genuini? Quale impatto per la nostra salute?Le multinazionali portano il prodotto finito sulle tavole dei consumatori dei
Paesi ricchi, reperendo materie prime nei Paesi in via di sviluppo.
Nella totalità dei casi, tutto ciò comporta:E' proprio così che si lavora nelle piantagioni dei Paesi in via di sviluppo.
- diritti sociali negati
- salari bassi
- sfruttamento del lavoro minorile
- mancanza di qualsiasi diritto sindacale.
La cosa più triste rimane il lavoro minorile, bambini costretti a lavorare
duramente parecchie ore al giorno, tempo sottratto all'istruzione e al gioco.
Tutto per poche briciole: quanto i signori delle multinazionali lasciano al
sudore di questa gente.
Ma si può fare qualcosa?
Il mercato non lasciamolo decidere alla televisione, una volta ogni tanto decidiamo noi.Un modo per poter scegliere meglio esiste: i prodotti equi e solidali.
Questi prodotti arrivano da noi direttamente dai produttori. La lavorazione e'
garantita da contrattualità, che si discostano di gran lunga dai sistemi di
sfruttamento delle catene delle multinazionali.Inoltre, esiste anche la certezza della genuinità del prodotto finale, in quanto autenticamente biologico, oltre che prodotto nel rispetto dell'ambiente.
L'obiettivo principale di questo commercio, infatti, e' pagare direttamente al
produttore un prezzo equo, da concordare in base al costo del lavoro e delle
materie prime.I prodotti del commercio equo al momento della vendita hanno un sovrapprezzo, che permette ai produttori di dotarsi di sistemi di produzione perfezionati e di introdurre condizioni di lavoro favorevoli agli imprenditori agricoli, ai lavoratori diretti, e di poter salvaguardare con ogni mezzo l'ambiente.
In Europa sta crescendo l'attenzione (e la convenienza) dei prodotti equi e
solidali.
Nella Comunità Europea sono in uso quattro marchi di questo commercio:Gli organismi di certificazione sono tutti affiliati alla Fair Trade Labelling
- Max Havelaar,
- Transfair,
- Fairtrade Mark
- Rattvisemarkt.
Organisations International.I criteri affinché si possa applicare il marchio equo e solidale sono rigorosi:
Sono invece banditi:
- stipendio equivalente o superiore ai minimi stabiliti dalle leggi locali,
- libertà di associazione per i lavoratori,
- diritto di contrattazione collettiva.
Inoltre e' tutelata:
- lavoro forzato,
- sfruttamento del lavoro minorile.
- la maternità,
- l'assistenza sanitaria,
- il diritto alla casa,
- il diritto all'istruzione,
- la salvaguardia dell'ambiente.
La risposta dei consumatori nell'Unione europea, si sta facendo sentire.
Una buona maggioranza della popolazione europea dichiara che acquisterebbe
volentieri prodotti bio del mercato equo e solidale se sugli scaffali si
potessero trovare.Rimane importante, al momento, dover creare mercato, e a questo ci può pensare chi ci sta leggendo, semplicemente richiedendo i prodotti equi e solidali al commerciante di propria fiducia.
Spesso non ci accorgiamo della loro presenza, perché relegati agli angoli, quasi schiacciati dal potere economico della concorrenza.
Acquistiamoli! Guadagneranno in libertà i lavoratori delle popolazioni
produttrici, e ne guadagneremo tutti in salute, per la genuinità delle loro
materie prime.Tratto da: "Equo & Solidale: una scelta consapevole" di Giuseppe Parisi
Avvertenze numero 2005-9 del 1 Maggio 2005
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze
mandato da Rinaldo Lampis il Mercoledì Maggio 25 2005
aggiornato il Sabato Settembre 24 2005URL of this article:
http://www.newmediaexplorer.org/rinaldo_lampis/2005/05/25/equo_solidale_una_scelta_consapevole.htm
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